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lunedì 24 febbraio 2014

Oggi e domani.

Se avessi una vita tranquilla credo non lo sopporterei.
Le sollecitazioni, in ogni senso, mi fanno molto bene.
Mi mettono alla prova e mi danno il senso profondo dell'essere viva e coscente.

Guardando mia figlia ed i mille impegni che ho a volte mi sento inadeguata ed impreparata ma questo senso di incapacità credo sia inversamente proporzionale alla considerazione che si ha per questo o quel progetto/persona. Quindi semplicemente lo accetto.
Arrivare ad imparare da esso sarebbe fantastico ma forse posso andarmi bene anche quando faccio la gnorry! ;) ..almeno su alcune cose.

Oggi sono qui, nella mia amata e odiata Milano con la sua aria irrespirabile e il suo carico emotivo ed emozionale, con le sue anacronistiche stoltezze e le sue amabili sensibilità a guardare il domani. Seduta ad un bar, con un caffé orrendo oramai freddo davanti, mi chiedo cosa succederà domani, dove sarò e cosa starò per fare.
Ma no, non intendo un domani ipotetico ma domani 25 febbraio 2014.
I miei vaneggiamenti vi si chiariranno col prossimo post, quelli sono i dettagli, questo il contenuto e senso. Come leggere un libro un giorno e la prima e l'ultmia pagina l'indomani.
Un operazione di creatività.

Sta passando un aereo. Il cielo è pieno di scie che ora so essere un bel tracciato di inquinamento. Ma la poesia rimane.
E mentre il traffico a 2 metri da me sfreccia e rumoreggia scolto i miei pensieri, così remoti e così cocenti.
Saluto una vicina con la mano, un sorriso muto, la guardo andare oltre. è anziana ma bella della sua età, fiera, scattante, fazzoletto in testa e sguardo diretto. Va.
La invidio per il coraggio che ha avuto e i mille tramonti e le mille albe che ha potuto vedere.
Spariranno con lei, un giorno. Segreti irripetibili per sempre perduti.

Il cinese esce, gli chiedo un bicchiere d'acqua e mi faccio portare via la tazzina a metà.
No, non è piaciuto il caffè, caro.
Imitare non vuol dire essere capaci di fare.
Chi sa, fa.
Chi non sa, crea.

Forse un giorno scriverò un diario, uno vero, di carta che sia meno volubile del web, più concreto. In cui racconterò i miei mille tramonti e le mie mille albe, perché diventino parte dei sogni di qualcun altro e mi rendano eterna nel ricordo.

Vi è mai capitato di dover guardare e non voler vedere che piega prendano gli eventi? Di cercare di non capire bene come vanno le cose solo per non volerle affrontare? Di solito si verifica in amore, certe volte anche in altri ambiti.
A me capita molto raramente, di solito preferisco affrontare di petto le cose ma certe volte vorrei solo stare in un angolo a guardare il mondo che mi sfiora e passa, come il vento.

è quasi ora, debbo andare, anche se non ho voglia di alzarmi da questa sedia che mi inchioda alla mia città, all'osservare, al silenzio nel rumore e alle foglie che cambiano colore nel piccolo parco davanti a me, a seconda della stagione. Ma la vita è così, se non la segui scappa e non torna indietro a riprenderti.
Quindi, in sella, via che si va!
Oggi e domani.


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