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martedì 20 novembre 2012

La paura di lavorare.

Ho una cara amica che ha una piccola attività.
Grazie al Cielo l'attività va bene, nulla di sconvolgente ma ci vive dignitosamente ed è quello che voleva.
Tutto perfetto? No, niente affatto.
Perchè la mia amica potrebbe assumere una persona ma non può.
Assumere oggi è un onere gravoso e pericoloso, per una piccolissima attività comporta controlli e oblighi per il datore che non sempre un piccolo imprenditore si sente di affrontare (anzi, quasi mai) e questo genera disoccupazione e poca vitalità nell'economia.
Stessa minestra per chi vorrebbe ampliarsi magari prendendo un socio o espandendosi.
La burrocrazia ci soffoca, ci incolla a ciò che abbiamo senza margini di miglioramento se non, spesso, ci blocca del tutto.

E non intendo solo per le piccolissime realtà che rendono l'Italia quel Paese carico di colori e sfumature.. Anche grandissime aziende, penso all'IKEA, a volte hanno desistito ad installare un punto vendita per assoluta negligenza e astrusi tempi burocratici.

Per esempio, se uno vuole aprire una Onlus deve, dopo i controlli e tutti i documenti a posto attendere il nulla osta per 150 giorni.
Ma che cavolo significa?
Vieni a vedere che il tutto esista, controlli le carte e approvi. Punto.
Che ci devi pensare 149 giorni se va bene o no? Se ci sono i termini ed è tutto legale basta, approvi e uno parte con la sua attività e fine delle menate!!!!
No, invece bisogna attendere, cosa non si sa, senza il minimo ripetto per la propria attività e la propria persona.

Ecco il problema, l'Italia è un Paese fondato sulle pezze messe per gli imbroglioni che deficitano e mancano di rispetto a tutti gli onesti.

Siamo degli ostaggi.

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